Streaming video: i protocolli (terza parte)
Streaming video: Live e On Demand (parte quarta)
Banda larga, client, server per la distribuzione dei contenuti, scheda di acquisizione video, encoder, software, CDN sono termini che spesso ascoltiamo o leggiamo quando si parla di video streaming e live web casting o streaming on demand. In pratica tutto ciò che vediamo sui nostri player proveniente dalla rete è basato su questi termini chiave.
Prima di capire quale hardware, software e compressione utilizzare per lo streaming video in rete facciamo un passo indietro.
L’analogico riconosce tre tipi di standard video:
- PAL
- NTSC
- SECAM
Questi standard differiscono tra loro per numero di fotogrammi al secondo trasmessi, quindi è indispensabile che il dispositivo che riceve sia compatibile con l’emittente (infatti qualche anno fa non era possibile comprare TV USA che ricevevano NTSC perchè non compatibili con il nostro sistema PAL).
Oggi invece
tutto ciò che viene trasmesso in tv può essere mandato in rete (streaming)
attraverso una semplice digitalizzazione
(compressione) del file video attraverso i codec e una scheda di acquisizione.
Lo streaming video permette di
inviare in rete (internet) un flusso video digitalizzato e precedentemente
compresso, LIVE o ON DEMAND, in modo da visualizzare i frame
senza la necessità di avere l’intero filmato sul proprio dispositivo ricevente
(pc, tablet, iPhone).
La potenzialità dello streaming video è espressa
dalla trasmissione digitale in real time che potenzialmente potrebbe
avere un numero illimitato di emittenti
perché ogni sito web può fungere da emittente.
Quali sono gli attori in una rete di
streaming video?
- Chi produce il video e lo trasmette
- L’hardware e il software che consentono la trasmissione dei flussi (server)
- Chi riceve tramite un hardware e un software (player) cioè il client
Quali i limiti dello streaming video?
La difficoltà
di trasmissione dei flussi è data dalla banda
del server e quella del client; molto spesso il client ha una banda molto
bassa e quindi si presenta il problema del one-way
packet delay, cioè la difficoltà nello spacchettare in modo da rendere il
video sul client comunque fluido.
Fortunatamente
nella maggior parte dei casi c’è una banda minima garantita, e per questo si fa
molta attenzione alla QoS (quality of service) cioè una qualità
del servizio garantita per lo streaming video live:
- Video conference (descritto secondo lo standard H.264)
- Telefonia su internet (VOIP)
- Streaming video (standard MPEG4)
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